Indindara nasce dall’incontro tra la clarinettista, launeddista sperimentatrice, compositrice jazz sarda, originaria di Mogoro, Zoe Pia e le quattro voci dei Tenores di Orosei, noto gruppo isolano che vanta uno dei maggiori repertori musicali dell’isola che spazia tra il sacro e il profano.
Indindara ha debuttato al Cala Gonone Jazz Festival: un’immersione sonora nel respiro ancestrale dell’isola, un flusso vitale tra l’arcaico, il sacrale, l’avanguardia e la creazione estemporanea verso l’opportunità di un viaggio conoscitivo delle intime aspirazioni dell’Uomo e del suo rapporto con la vita.
La parola Indindara nasce dall’unione del verbo pronominale, riflessivo reciproco dell’andarsene (in sardo) e il fonosimbolismo, ovvero la capacità dei suoni del linguaggio (foni) di interagire mediante qualità acustiche ed articolatorie con il significato dei termini che veicolano.
Il progetto è nato dalla volontà dei musicisti di incontrarsi, dialogare, intersecare le proprie conoscenze sonore e dalla condivisione del concetto di edeumonia, ovvero la felicità intesa come scopo della vita, e come fondamento dell’etica. In particolare, si tratta di una felicità a cui viene dato un ruolo preciso nell’indirizzare la propria condotta. L’eudemonia si rivela una risorsa interessante per il nuovo incontro sonoro: non si concentra tanto sul contenuto inafferrabile della felicità, ma sulla sua posizione e il suo orientamento.
I suoni delle launeddas e del clarinetto con effetti elettronici, loopstation, campanacci e strumenti tipici delle processioni si uniranno alle straordinarie sonorità delle quattro voci dei tenore per andare verso nuove risoluzioni acustiche, trasmettere l’idea di eternità e togliere ogni riferimento temporale per respirare un’atmosfera mediterranea, ma soprattutto arcaica e arcana, espressa però in un linguaggio vivo. Una doppia stratificazione quindi, che crea un cortocircuito per andare oltre.